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Formazione e Catechesi

Visualizza articoli per tag: San Giovanni Leonardi

Oggi XXVIII Domenica del Tempo Ordinario, la Comunità parrocchiale di Campitelli, ha celebrato la memoria di San Giovanni Leonardi, fondatore dell'Ordine della Madre di Dio, le cui spoglie riposano in queto tempio.

Padre A. Francis Maria Arulappan,O.M.D., vicario parrocchiale, ha presieduto la solenne Celebrazione Eucaristica parrocchiale delle ore 10:00. 

Nell'omelia, il Sacerdote leonardino ha affermato: «San Giovanni, grande riformatore della Chiesa, ha sempre sottolineato l'importanza della liberta interiore per seguire Cristo. Una delle sue riflessioni più profonde dice: “Siate certi che non ci sarà vera riforma nella Chiesa né nella vita cristiana se prima non si riformano i cuori. È nei cuori che la vera riforma ha inizio”».

 

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Pubblicato in 2024
Mercoledì, 09 Ottobre 2024 21:53

Il Card. Parolin per San Giovanni Leonardi

Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Città del Vaticano, ha presieduto la solenne Celebrazione Eucaristica della festa di San Giovanni Leonardi, nel santuario parrocchiale di Santa Maria in Portico in Campitelli, luogo dove riposano le sue spoglie mortali. Hanno concelebrato con il Cardinale, S. E. Rev.ma Mons. Davide Carbonaro OMD, il Rev.mo Padre Antonio Piccolo OMD, i membri della Curia generalizia, il Rettore del Collegio Urbano di Propaganda Fide e numerosi altri sacerdoti.

In rappresentanza del Sindaco di Roma Capitale era presente l'Onorevole Giovanni Zannola, Presidente della commissione mobilità, che ha consegnato a Sua Eminenza l'omaggio floreale come atto di devozione al Santo, a nome della Città di Roma.

Presenti anche il Nobile Collegio dei Farmacisti, di cui San Giovanni Leonardi è patrono dal 2009 per volere di Benedetto XVI, e una rappresentanza delle ACLI di Roma, con la vicepresidente Faida Di Santo.

Il servizio musicale è stato eseguito dalla Cappella Musicale di Santa Maria in Campitelli, diretta dal Mº Vincenzo Di Betta.

 

Pubblichiamo di seguito il testo dell'omelia:

 

OMELIA S. MESSA

450° ANNIVERSARIO FONDAZIONE ORDINE DEI CHIERICI REGOLARI DELLA MADRE DI DIO (OMD)

S. Maria in Portico in Campitelli

Roma, 9 ottobre 2024

 

Eccellenza Reverendissima,

cari Rettore Generale e membri dell'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio,

sacerdoti concelebranti,

fratelli e sorelle in Cristo,

 

sono lieto di presiedere questa celebrazione eucaristica in occasione della memoria liturgica di San Giovanni Leonardi, che quest'anno coincide con il 450° anniversario della fondazione dell'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio e ringrazio vivamente per l'invito.

Partecipo con gioia a questo evento di grazia, tale non solo per la comunità religiosa leonardina, ma per tutta la Chiesa, che venera in San Giovanni Leonardi un "affascinante uomo di Dio", una "luminosa figura di sacerdote"come l'ha definito Papa Benedetto XVI, il quale, durante l'Anno Sacerdotale del 2009, lo ha additato come "esempio a tutti i presbiteri" (Catechesi di mercoledì 7 ottobre 2009).

Mi piace evocare alcuni momenti della sua vita per spigolare alcuni messaggi che la Divina Provvidenza ha rinchiuso in essi.

Nacque nel 1541 in provincia di Lucca e morì a Roma nel 1609, vittima della peste contratta mentre serviva alcuni suoi confratelli. In questo meraviglioso Santuario veneriamo le sue spoglie mortali.

Ultimo di sette fratelli, ebbe un'adolescenza scandita dai ritmi di fede vissuti in un nucleo familiare sano e laborioso. Divenne farmacista-speziale. Per questo è stato dichiarato dalla Chiesa "Patrono dei farmacisti". A ventisei anni, il lasciò l'attività di farmacista e intraprese gli studi ecclesiastici. Divenne sacerdote nel 1572. Tuttavia, non abbandonò la passione per la farmacopea, perché - come osserva Benedetto XVI - «sentiva che la mediazione professionale di farmacista gli avrebbe permesso di realizzare appieno la sua vocazione, quella di trasmettere agli uomini, mediante una vita santa, "la medicina di Dio", che è Gesù Cristo crocifisso e risorto, "misura di tutte le cose"» (ib.).

Il 1° settembre 1574, 450 anni fa, fondò a Lucca l'Ordine dei Chierici Regolari della Beata Vergine, dedito all'apostolato con particolare attenzione alla formazione del clero. Molti giovani nobili abbandonarono la loro posizione sociale per seguire Cristo sulle sue orme.

La sua missione personale e quella dei suoi seguaci è descritta metaforicamente dal profeta Isaia nel brano che abbiamo ascoltato nella prima lettura: «Lo spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri".

Con coraggio profetico, egli sostenne in tutti i modi la necessità di un ritorno alla genuina pratica del Vangelo in un'epoca di decadenza dei costumi e di profonde divisioni nella Chiesa. Fa parte di quel gruppo di santi che contribuirono al rinnovamento spirituale della compagine ecclesiale, voluto dal Concilio di Trento, come Carlo Borromeo, Filippo Neri, Ignazio di Loyola, Giuseppe Calasanzio, Camillo de Lellis, Luigi Gonzaga.

Osò persino proporre a Paolo V, appena eletto Papa, la riorganizzazione del tessuto ecclesiale tramite Concili provinciali e regionali convocati periodicamente per discutere delle questioni pastorali, i quali a sua volta devono confluire in Concili nazionali da celebrarsi a Roma alla presenza del Papa, il quale «procurerà d'aver cognizione di tutte le infermità che patisce la Chiesa».

Quanto a coloro che si proponevano di riformare la Chiesa, egli ritiene che essi «cerchino specialmente, e per prima cosa, la gloria di Dio e da lui, dal quale procede ogni bene, aspettino e insieme sperino l'aiuto per un compito così vantaggioso e difficile. Si presentino agli sguardi di quanti essi vogliono riformare come specchi di ogni virtù e come lucerne poste sul candelabro. Risplendano davanti a tutti quelli che si trovano nella casa di Dio per l'integrità della vita e l'eccellenza dei costumi" (Lettera al Papa Paolo V per la riforma universale della Chiesa (Archivio dell'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio).

 

Un programma che rimane sempre attuale, perché, come ci ricorda il Concilio Vaticano II, «mentre Cristo "santo, innocente, immacolato (cfr. Eb. 2,17) non conobbe il peccato (cfr. 2Cor 5,21), e venne solo allo scopo di espiare i peccati del popolo (cfr. Eb 2,17), la Chiesa, che comprende nel suo senso peccatori ed è perciò santa e insieme sempre bisognosa di purificazione, avanza continuamente per il cammino della penitenza e del rinnovamento» (LG n. 8). E questo rinnovamento della Chiesa - come precisa il Decreto sull Ecumenismo Unitatis Redintegratio, «consiste in una fedeltà più grande alla sua vocazione. La Chiesa è chiamata a questa continua riforma» (n. 6).

Ottenne tanti successi e consensi, come attestano tra l'altro le diverse mansioni affidategli dal Papa, che accolse pure il suo pressante suggerimento di fondare la Congregazione di Propaganda Fide, di cui è considerato cofondatore, e di istituire un Dicastero per i religiosi.

Ma ebbe anche tante incomprensioni e ostilità dalle Autorità civili e persino da alcuni suoi confratelli, sino al punto che fu costretto a lasciare la sua amata città di Luca e andare in esilio. Così sperimento cosa significasse «essere mandato come agnelli in mezzo ai lupi», come avvenne per i settantadue discepoli inviati da Gesù in ogni città dove egli stava per recarsi, secondo la narrazione del Vangelo che abbiamo appena ascoltato. E sull'esempio di San Paolo, che ci propone la seconda lettura, «non si preoccupò di essere giudicato da un tribunale umano».

Accettò l'incomprensione e la persecuzione con forza d'animo e umiltà, come egli confida ai confratelli: «A me non dovete cosa alcuna, perché per tutto il tempo non ho da parte mia fatto che guastare, ma se cosa di buono vi pare che vi sia stata, tutto è virtù e grazia di Dio, al quale tutto dovete. Quanto a portare la croce, ha da essere virtu di Quello che ha da scacciare da voi il timore e la paura, et un poco più levate li vostri cuori a Dio e con lui misurate le cose» (Lettera inviata ai Confratelli il 16 maggio 1592).

Leggendo il messaggio, che in occasione di questo 450° anniversario l'Arcivescovo di Lucca e il Rettore Generale dell'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio hanno inviato, congiuntamente, ai fedeli, sono rimasto sorpreso del lungo viaggio compiuto in questi 450 anni dalla "piccola barchetta" - secondo l'espressione usata dal Fondatore - che, «partendo dalle mura di Lucca, ha portato il messaggio di Cristo in varie parti del mondo: in Europa, in America Latina, in Africa e in Asia. I frutti sono stati abbondanti, maturi e dolci: in 450 anni di vita dell'Ordine tra i Leonardini non sono mancati vescovi, letterati, scienziati, teologi, catechisti, predicatori, missionari, archeologi, musicisti, che hanno offerto un contributo alla Chiesa e al mondo. Tanti religiosi e preti, consegnandosi a Dio e lasciando fare a lui, in una sottomissione piena di obbedienza, hanno offerto una testimonianza di come è possibile vivere il Vangelo ed essere felici».

Cari figli di San Giovanni Leonardi, la Chiesa vi ringrazia per tutto il bene che avete fatto in questi lunghi anni in essa e nella società. Continuate ad impegnarvi, come vi ha esortato San Giovanni Paolo II «per fare di ogni comunità una scuola di comunione, di fraternità e di servizio. Siano, cioè, autentico "approdo" per quanti sono in cerca di verità, di pace interiore e di amore divino» (Messaggio al Rettore Generale dei Chierici Regolari della Madre di Dio in occasione delle celebrazioni per il IV centenario dell'affidamento al Fondatore dell'Ordine, San Giovanni Leonardi, della chiesa romana di Santa Maria in Portico e dell'icona della Beata Vergine Maria Romanae Portus Securitatis, 25 luglio 2001).

Anche Papa Francesco recentemente vi ha rivolto la stessa esortazione: «La vostra vita fraterna sia opera di evangelizzazione, segno efficace del mandato di Cristo all'amore vicendevole e gratuito, via maestra per mostrare l'appartenenza a Cristo e unica via per la pace perfetta e duratura» (Messaggio al Rettore Generale dell'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio, in occasione dei 1500 anni di culto della venerata immagine di Santa Maria in Portico - Romanae Portus Securitatis, protettrice della Città Eterna, 29 giugno 2024).

Nel leggere la biografia di San Giovanni Leonardi, mi ha particolarmente colpito la sua devozione verso la Madonna. Il primo biografo, Padre Ippolito Marracci, annota che egli «pose la Vergine Maria tra le fondamenta della sua istituzione». Ci informa che era solito ripetere: «Fratelli io vi prego con tutto il cuore che amiate la Beata Vergine», sottolineando che questo significava imitarla nelle sue virtù più singolari ed evitare qualsiasi offesa «benché minima» (P. Ludovico Marracci, Vita del Venerabile Padre Giovanni Leonardi lucchese, Roma, 1673, p. 369).

 

Un altro illustre biografo, Padre Giuseppe Bonafede, narra un episodio che può essere considerato «il testamento fondazionale» dei Chierici Regolari della Madre di Dio: «Una mattina in particolare celebrando Messa offrì tutto se stesso e tutti i suoi figliuoli presenti e futuri alla Beatissima Vergine Regina degl'Angeli, dicendo che li riponeva tutti sotto le braccia, e sotto il manto suo, e dipoi tornato in sagrestia rivolto al Padre Cesare Franciotti disse a lui, et in lui a tutti gli altri con ardore di parole che non temessero punto, perché esso gl'haveva offerti, e donati tutti alla Regina degl'Angeli, la quale in ogni luogo dove fossero andati avrebbero trovata in loro protezione, et il tutto poi meravigliosamente si avverò» (G. Bonafede, Vita del Venerabile Padre Giovanni LeonardiManoscritto Archivio della Curia OMD Roma, 200v).

Tra le giaculatorie a lui care vi era quella che, richiamando le parole del Cantico dei Cantici (1 4), esprimeva il profondo desiderio di seguire Cristo, partendo dal discepolato di Maria: «Attirami a te, o Madre Santa», oppure «Trascinami dietro di te».

Anche noi le ripetiamo questa sera queste invocazioni, davanti all'immagine della venerata immagine di Santa Maria in Portico, affinché, Ella ci aiuti a realizzare la massima di San Giovanni Leonardi di avere Cristo come misura di tutto, che ieri sera il Rettore Generale ha così commentato: «La sintesi della vita cristiana è avere Gesù come punto di riferimento, come centro, vivere per lui».

Maria di Nazareth, infatti, oltre ad essere Madre di Gesù, si è messa alla scuola del Figlio e meditando le sue parole «diventava, in un certo senso, la prima discepola di suo Figlio, la prima alla quale egli sembrava dire: 'Seguimi', ancor prima di rivolgere questa chiamata agli apostoli o a chiunque altro" (San Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater, 20).

Concludendo, con le parole di Papa Francesco, auguro a tutti ma in particolare a voi cari Padri leonardini, che «guardando a Maria discepola di Cristo e Madre della Chiesa, il vostro apostolato possa essere canale di grazia e strumento per l'annuncio gioioso del Vangelo» (Messaggio del 29 giugno 2024, cit.).

Così sia per altri secoli! Amen.

Pubblicato in 2024

Il Padre Generale OMD, Antonio Piccolo, ha presieduto nella chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli, in Roma, i Primi Vespri solenni e la memoria del beato transito del Santo Padre Fondatore Giovanni Leonardi. 
"Sull'esempio dell'Apostolo Paolo, come Giovanni Leonardi - ha affermato p. Antonio - siamo chiamati a scoprire Cristo come Signore della nostra vita, del nostro cuore. Nel racconto del transito si percepisce come egli si senta già nelle mani di Dio: «Ho lasciato le cose a posto. Hanno le Costituzioni, osservino quelle e basterà»". La regola di vita, che la traduzione del Vangelo è riassunta in una massima del Santo: «Abbiate Cristo come misura di tutto». "La sintesi della vita cristiana è avere Gesù come punto di riferimento, come centro, vivere per lui" - ha affermato il Rettore. E infine, "celebrando il transito di San Giovanni Leonardi, celebriamo il raggiungimento della grazia. Il taglio del traguardo. Abbiamo la necessità di conformarci alla morte di Cristo per partecipare della sua gloria. Chiediamo a Giovanni Leonardi di intercedere affinché anche noi possiamo non distogliere lo sguardo dal traguardo, Cristo Gesù nostro Signore".

Alla celebrazione era presente un nutrito gruppo di sodali della Arciconfraternita della Trinità dei Pellegrini e dei Convalescenti, un gruppo di seminaristi del Collegio Urbano di Propaganda Fide e diversi sacerdoti del territorio parrocchiale.

Il servizio liturgico musicale è stato prestato dalla Cappella Musicale di Santa Maria in Campitelli, diretta dal Maestro Vincenzo Di Betta.IMG 6686

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Pubblicato in 2024
Martedì, 08 Ottobre 2024 07:55

San Giovanni Leonardi Liturgia propria

9 OTTOBRE
SAN GIOVANNI LEONARDI
Sacerdote, fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio
(1541-1609)
Solennità

 

LITURGIA DELLE ORE

 

iconPrimi Vespri e memoria del Transito

iconUfficio delle Letture

iconLodi Mattutine

iconOra Media

iconSecondi Vespri

 

MESSA

 

iconMessale

iconLezionario

Pubblicato in 2024

Questa mattina, nella Chiesa romana di Santa Maria in Portico in Campitelli, si è svolta una solenne Celebrazione Eucaristica in occasione della memoria del beato transito di San Giovanni Leonardi, fondatore dell'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio. La celebrazione è stata presieduta dal Rettore Generale dell'Ordine, Padre Antonio Piccolo, insieme ai membri della Curia Generale.

Durante l'omelia, Padre Piccolo ci ha offerto un'occasione preziosa per riflettere sul percorso della santità alla luce delle parole di San Paolo, tratte dal capitolo III della Seconda Lettera ai Corinzi. Paolo afferma che noi, come in uno specchio, riflettiamo l'immagine di Cristo e veniamo trasformati "di gloria in gloria". Questo cammino ci porta a lasciarci afferrare da Cristo, permettendo allo Spirito Santo di plasmare in noi la Sua immagine, dapprima in modo incerto e progressivamente più nitido, fino a riflettere pienamente il volto di Cristo nella nostra vita.

L'immagine dello specchio utilizzata da Paolo si riferisce alle lastre di metallo lucidato dell’epoca, che pur levigate non restituivano mai un riflesso perfetto. Questa metafora si adatta perfettamente al nostro cammino verso la santità: da soli non siamo in grado di riflettere il volto di Dio. Solo attraverso Cristo e nella docilità all'azione dello Spirito possiamo diventare sempre più trasparenti e manifestare la luce divina. Questo cammino è quello della conversione e della riforma della vita, in cui ogni credente è chiamato a far salire il Signore Gesù sulla "barca" della propria esistenza.

Accogliendo la presenza di Cristo, siamo invitati a riorientare la nostra vita verso la meta che Egli ci indica, mettendo da parte le nostre aspettative e fallimenti. In questa disponibilità, riconosciamo la nostra fragilità come "vasi di creta", ma non siamo abbandonati. Gesù ci incoraggia: "Non temere, io sono con te". È Lui che trasforma la nostra debolezza in forza e ci rende capaci di dare la vita per i nostri fratelli.

In questo contesto, la celebrazione del transito di San Giovanni Leonardi diventa un momento per meditare su questo "passaggio" spirituale. Il transito non è solo un evento fisico, ma un'esperienza di riflessione e di luce. Il cristiano è chiamato a far brillare la luce di Cristo in ogni aspetto della propria vita, permettendo che questa luce interiore si manifesti all’esterno, in ogni gesto e parola.

La santità, quindi, è un continuo "transitare", lasciando che Cristo prenda pieno possesso di noi, fino a che la nostra vita non sia un riflesso luminoso della Sua presenza. La nostra morte, vissuta nella fede, non è altro che l’ultimo passaggio, un transito dalla vita terrena a quella eterna, dove la luce di Cristo ci accoglie nella gloria.

L'omelia si è conclusa con un invito a lasciare spazio a Gesù nella nostra vita, per consentire a Lui di orientare le nostre scelte e condurci verso la pienezza della santità.

Al termine della celebrazione, Padre Piccolo ha impartito una benedizione solenne su tutti i membri dell'Ordine, sulla città di Roma e sui fedeli presenti, affinché possano continuare a vivere nella luce di Cristo, riflettendo sempre più chiaramente il suo volto nel mondo.

 

Transito 1

Transito 2Transito 3

Pubblicato in 2024
Sabato, 28 Settembre 2024 09:35

San Giovanni Leonardi a Campitelli 2024

Le prossime solennità in onore di San Giovanni Leonardi, Fondatore dell'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio, Cofondatore del Collegio Urbano "de Propaganda Fide" e Patrono dei Farmacisti, saranno celebrate nel santuario parrocchiale di Santa Maria in Portico in Campitelli, luogo che conserva le sue reliquie.

Martedì 8 ottobre alle ore 7:30 Santa Messa nel Transito del nostro Santo Padre Fondatore San Giovanni Leonardi. Alle ore 18:30 Primi Vespri e memoria del Transito, presiederà il rev.mo P. Antonio Piccolo, Rettore Generale O.M.D. Seguirà la processione con l'immagine e la reliquia del Santo nelle strade della Parrocchia. Saranno presenti i seminaristi del Collegio di Propaganda Fide.

Mercoledì 9 ottobre, giorno della solennità liturgica del Santo lucchese, alle ore 18:30 ci sarà la solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da S. Em. il Sig. Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Città del Vaticano. Al termine della liturgia impartirà la benedizione sulla Città di Roma con le reliquie del Santo.

Il Servizio musicale delle celebrazioni liturgiche è affidato alla Cappella Musicale di Santa Maria in Campitelli e all'Ensemble la Cantoria.

Sarà possibile seguire la celebrazione di Mercoledì 9 Ottobre in diretta sulla pagina Facebook della Parrocchia di Campitelli.

 

Locandina San Giovanni Leonardi 2024

Pubblicato in 2024

Quest'anno, l'importante ricorrenza dei 450 anni dalla fondazione dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio ci invita a riflettere sulla storia e sull'impatto nella Chiesa e nella società. Ideato nel 1574 da San Giovanni Leonardi, questo Ordine religioso ha saputo mantenere viva la sua missione attraverso secoli di cambiamenti sociali, culturali e politici, continuando a svolgere un ruolo cruciale nella vita spirituale e comunitaria di molti.

L'Ordine nasce in un periodo di grande fermento per la Chiesa Cattolica, segnato dalla Riforma protestante e dalla Controriforma. Padre Giovanni Leonardi, insoddisfatto dell'andamento delle Istituzioni religiose, decise di intraprendere un cammino di rinnovamento spirituale e di riforma. La sua visione era chiara: formare una comunità di chierici dediti all'educazione religiosa, all'assistenza spirituale e alla predicazione, con un forte legame alla figura della Genitrice di Dio.

L’affidamento alla Madre di Dio e la confidenza che il Leonardi vi riversava sono evocatrici non solo della materna fiducia alla quale deputava le sorti temporanee dei suoi figli, ma lo sguardo gettato sul futuro della nascente Congregazione che, non avrebbe dovuto temere perché posta sotto la protezione di “così gran Signora”. È il biografo Bonafede a consegnarci un episodio di normale quotidianità, divenuto il testamento fondazionale dei Chierici Regolari della Madre di Dio: “Una mattina in particolare celebrando Messa offerì tutto se stesso e tutti i suoi figliuoli presenti e futuri alla Beatissima Vergine Regina degl’Angeli, dicendo che li riponeva tutti sotto le braccia, e sotto il manto suo, e dopoi tornato in sagrestia rivolto al Padre Cesare Franciotti disse a lui, et in lui a tutti gli altri con ardore di parole che non temessero punto, perché esso gl’haveva offerti, e donati tutti alla Regina degl’Angeli, la quale in ogni luogo dove fossero andati haverebbero trovata in loro protettione, et il tutto poi maravigliosamente si haverò” (Bonafede, Vita 200v).

"Vi ho offerti alla Regina degli Angeli, poiché ovunque voi andrete, Ella sarà il vostro rifugio e protezione." Con queste parole, i primi biografi di San Giovanni Leonardi ci offrono una significativa istantanea della fondazione dei Chierici Regolari della Madre di Dio, avvenuta a Lucca nel piccolo Oratorio di Santa Maria della Rosa il 1 settembre 1574. Successivamente, il Padre Ippolito Marracci, anch'esso originario di Lucca e noto scrittore mariano, tra i discepoli più illustri del Santo di Diecimo, annoterà: "Pose la Vergine Maria tra le fondamenta della sua istituzione". In una lettera indirizzata ai religiosi, egli sottolinea la spiritualità mariana di Leonardi, evidenziando come la preghiera dell'Angelus fosse tra le più gradite al Santo, il quale spesso lasciava che la memoria dell'Incarnazione illuminasse la sua mente e il suo cuore. Tra le giaculatorie a lui care vi era quella che, richiamando le parole del Cantico dei Cantici (1,3), esprimeva il profondo desiderio di seguire Cristo, partendo dal discepolato di Maria: "Attirami a te, o Madre Santa".

Da queste brevi annotazioni risulta evidente che la Vergine Maria rappresentò per Padre Giovanni la sua vera dimora, il luogo in cui egli sperimentò l'indissolubile primato di Cristo nella sua vita e l'appassionato amore per la Chiesa, immacolata e ferita. Se egli amava ripetere ai suoi confratelli: "Abbiate Cristo davanti agli occhi della vostra mente e misurate con Lui le cose", è evidente che alla "scuola" della Madre di Dio dovette la sua capacità di riflettere profondamente su tali verità nel cuore (Lc 2,51). La sua esistenza si trascorse "tra le Case di Maria".

Se da un lato Leonardi scelse di porre la sua dimora in colei che, nel suo grembo immacolato, aveva accolto l'Altissimo, la sua vita non fu soltanto influenzata dalla presenza di Maria; egli, simile all'apostolo Giovanni, la considerò tra le realtà più preziose della sua esistenza (cfr. Gv 19,27). Fin dalla gioventù, nel piccolo borgo di Diecimo e nella vicina frazione di Villa Basilica, nel silenzio delle antiche pievi dedicate all'Assunta, pose Maria quale custode della sua castità, scegliendola come sua celeste Patrona e, successivamente, dell'Ordine. Da giovane sacerdote, egli comprese che le istituzioni guidate dallo Spirito erano il riflesso del "sì" incondizionato pronunciato da Maria per la salvezza dell'umanità.

La prima regola che egli tracciò per i suoi compagni fu l'obbedienza, intesa come la capacità di porre mente e cuore alla volontà di Dio, servendolo in modo radicale. Quasi a voler confermare il suo desiderio di dimorare presso la Vergine e di costruire in mezzo agli uomini una casa per Lei.

Da Maria – scrive in una lettera l’Arcivescovo di Potenza, Davide Carbonaro - la nostra famiglia religiosa apprende quella compassione evangelica che indirizza la vita comune e il servizio apostolico nella Chiesa. Il Leonardi in uno dei suoi sermoni parlò proprio di “viscere della Madre”. In questa immagine profondamente umana, ma chiaramente evangelica, appare evidente l’unione di Maria con il corpo di Cristo. Sotto la croce, nel compimento del mistero pasquale lei è un tutt’uno con il Figlio. Allo stesso modo, nella Chiesa, “con viscere di Madre” è un tutt’uno con i figli del suo Figlio”.

Il Santo Padre Francesco, nel recente messaggio del 29 giugno, ha invitato i Chierici della Madre di Dio e i fedeli a loro vicini a promuovere la pace nella costruzione di comunità riconciliate e riconcilianti: “La vostra vita fraterna sia opera di evangelizzazione, segno efficace del mandato di Cristo all’amore vicendevole e gratuito, via maestra per mostrare l’appartenenza a Cristo e unica via per la pace perfetta e duratura”.

Oggi, a 450 anni di distanza, - affermano l’Arcivescovo di Lucca, Paolo Giulietti, e il Rettore Generale O.M.D., Antonio Piccolo - ringraziamo il Signore per questa piccola barchetta che dalle mura di Lucca è giunta in diverse parti del mondo: in Europa, in America latina, in Africa e in Asia. I frutti sono stati abbondanti, maturi e dolci: in 450 anni di vita dell’Ordine tra i Leonardini non sono mancati vescovi, letterati, scienziati, teologi, catechisti, predicatori, missionari, archeologi, musicisti, che hanno offerto un contributo alla Chiesa e al mondo. Tanti religiosi e preti, consegnandosi a Dio e lasciando fare a lui, in una sottomissione piena di obbedienza, hanno offerto una testimonianza di come è possibile vivere il Vangelo ed essere felici. Ringraziamo il Signore anche per tutti i fratelli e le sorelle laici che hanno accolto con gioia la possibilità di vivere e lavorare nelle opere e istituzioni diverse e sempre nuove che l’Ordine ha compiuto, collaborando alla fatica e alla gioia di evangelizzare e partecipando di uno stesso carisma. Essi sono – ieri e oggi – come una sola famiglia con i religiosi dell’Ordine”.

Pubblicato in 2024

Il Giubileo Leonardino, che celebra il 450° anniversario della fondazione dell'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio da parte di San Giovanni Leonardi, è un evento di grazia per la comunità religiosa leonardina e per la città di Lucca.
Il Vescovo di Lucca e il Rettore Generale OMD, in un loro messaggio congiunto, hanno espresso profonda gratitudine per la "piccola barchetta" che, partendo dalle mura di Lucca, ha portato il messaggio di Cristo in varie parti del mondo. Essi hanno ricordato come l'Ordine sia stato offerto alla Vergine Maria, l’Assunta al cielo, vista come un modello di realizzazione e gioia attraverso la custodia e la pratica della Parola di Dio. L'anniversario diventa un invito a vivere secondo lo stile del Vangelo, imparando dalla scuola di Maria. Possiamo diventare strumenti per costruire una vita personale e comunitaria improntata alla pace, alla giustizia e alla cura di ogni individuo e dell'intero creato.
Le celebrazioni avranno il loro culmine nella città di Lucca, che con il suo ricco patrimonio storico e artistico, accoglierà religiosi e fedeli provenienti da tutta Italia.
Il programma del 1° settembre 2024 prevede momenti significativi di preghiera e riflessione: alle 17.30 la Solenne Celebrazione Eucaristica in Cattedrale, seguita alle 18.30 da una processione verso la Chiesa della Rosa, dove alle 19.00 si terrà la preghiera mariana e la benedizione.
Questi eventi offriranno un'opportunità per rinnovare la fede e rafforzare il legame con la tradizione leonardina, celebrando insieme un'eredità di fede e servizio che continua a ispirare.

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Pubblicato in 2024

Nella ex sacrestia di Santa Maria in Portico in Campitelli, la attuale sala Baldini, giovedì 20 giugno alle ore 19 si è tenuta la presentazione del libro San Giovanni Leonardi "custode e banditore" di Santa Maria in Portico, di Padre Francesco Petrillo, parroco di Santa Maria Assunta in Diecimo (LU), ex Rettore Generale ed esperto di Mariologia, alla presenza del Rev.mo Padre Antonio Piccolo, Rettore Generale dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio.


L’evento si è aperto con una introduzione musicale a cura dell’Ensamble La Cantoria. Il soprano Eleonora Aleotti e il controtenore Federico Mauro Marcucci, accompagnati al pianoforte dal M° Vincenzo Di Betta, hanno eseguito il brano O dulcissime Iesu di Giacomo Carissimi e un’Ave Regina Caelorum di Padre Francesco Giovannini, compositore della famiglia religiosa leonardiniana e per trenta anni Maestro di Cappella di Santa Maria in Portico in Campitelli. Due brani, questi, molto significativi per il carisma di San Giovanni Leonardi che invitava – come ricordato dal Rettore Generale, Padre Antonio Piccolo – ad avere Cristo come misura di tutto e ad affidarsi alla premurosa intercessione della Regina del cielo ovunque si fossero trovati a esercitare il loro ministero.


Un prezioso volume di 152 pagine frutto di una lunga ricerca di Padre Petrillo che, partendo dalle origini, arriva fino ai nostri giorni evidenziando le peculiarità del culto mariano, attraverso il racconto di frammenti di storia che confermano il secolare legame del Pontefice e del popolo romano con la Vergine del Portico. Tanti momenti e tante esperienze che narrano il cammino di una comunità che vuole crescere conservando la memoria del passato per costruire un futuro di certezze.


Il primo racconto sistematico dell’apparizione è la Narratione della miracolosa immagine di Giovanni Leonardi edita a Roma nel 1605, nella quale vennero raccolte le principali notizie sull’evento, diventando lo strumento per salvaguardare le testimonianze più antiche e fragili. Padre Ludovico Marracci, in una aggiornata edizione del racconto definì il Leonardi come “Custode e banditore delle glorie di Santa Maria in Portico”. Numerose altre pubblicazioni seguirono quella del Santo fondatore, fino a giungere ai giorni nostri, con il testo pubblicato da Padre Francesco Petrillo.
Il Leonardi, afferma l’Autore, può essere considerato il terzo fondatore del santuario di Santa Maria in Portico. Dopo l’erezione del tempio da parte di papa Giovanni I, che ricevette dagli angeli la sacra Immagine, l’ampliamento del 1073 di papa Gregorio VII, è San Giovanni Leonardi che dona una nuova vita, non solo alla chiesa, ma soprattutto al culto alla Madonna del Portico.


Padre Petrillo ha poi sottolineato la millenaria devozione del Vescovo di Roma, all’immagine di Santa Maria in Portico, soprattutto quella di Alessandro VII che dopo il voto della città di Roma del 1656, fa edificare l’attuale santuario di Santa Maria in Portico in Campitelli e che il 29 settembre 1660 concesse alla Madonna il titolo di Romanae Portus Securitatis, Porto della Romana Sicurezza.


Al termine dell’evento è stato chiesto all’Autore come continuare oggi la testimonianza mariana, in una città e in un mondo sconvolti. La risposta ci viene ancora dal Leonardi: c’è bisogno di uscire da noi stessi, mettersi al servizio, attenti alle necessità dell’altro. Aprire le porte del cuore e della mente, come Maria, senza mai rimandare al domani
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Pubblicato in 2024

Il XV centenario di Santa Maria in Portico si apre nei giorni in cui si commemora la liberazione degli ebrei da Auschwiz. Per la parrocchia di Campitelli situta nel quartiere ebraico, s'intreccano storie di memoria e gratitudine.  Pubblichiamo di seguito l'articolo di Fausta Speranza apparso sulla rivista "Maria con te" il 15 ottobre 2023, nell'ottantesimo anniversario del rastrellamento nazifascista avvenuto nel Ghetto ebraico di Roma il 16 ottobre 1943.

Terrore, dolore e un sorriso. A 80 anni dal drammatico 16 ottobre 1943 vengono sempre meno i testimoni diretti del rastrellamento al ghetto ebraico di Roma, ma forse proprio per questo colpisce di più la eco dei sentimenti che giunge fino a noi entrando nella Chiesa più vicina, a parte la piccola Sant'Angelo in Pescheria che nel suo portale ingloba tre colonne del Portico d'Ottavia. Parliamo della Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli, dove si racconta la paura di essere scoperti e la dolcezza incoraggiante dell’immagine di quell’icona in lamina di rame dorato con fondi a smalto rimasta impressa negli occhi dei rifugiati. Nella tipica iconografia bizantina detta dell'Odigitria, la Vergine è rappresentata come Colei che indica la via.

       Ad attestare l’impegno in soccorso alle famiglie ebraiche c’è la solenne dichiarazione della Comunità ebraica di riconoscimento al padre Giuseppe Forcellati, allora Superiore Generale dell’Ordine dei chierici regolari della Madre di Dio (ODM), l’ordine al quale fu concessa la Chiesa da Papa Clemente VIII nel 1601. Si trovano le registrazioni di 38 persone, tra cui la signora Letizia Pavoncello, strappate alla furia dei nazisti, che in quel sabato nero arrestano 1259 persone, di cui 689 donne, 363 uomini e 207 tra bambini e bambine, principalmente in via del Portico d’Ottavia e nelle strade adiacenti ma anche in altre differenti zone della città.  Dopo il rilascio di alcuni di cosiddetto sangue misto o stranieri, in 1023 vengono deportati al campo di Auschwitz. Sopravvivono in 16, 15 uomini e una donna.

       Oggi nella comunità – ci racconta il parroco don Davide Carbonaro - sopravvive la consapevolezza di quei giorni eccezionali anche per un tempo di guerra. Nell’attestato sottoscritto dagli «ebrei d'Italia riconoscenti» si legge: «In queste sale durante la seconda guerra mondiale furono accolti e nascosti moltissimi uomini ebrei per sfuggire ai rastrellamenti nazisti. La comunità dei religiosi della Madre di Dio di S. Maria in Campitelli affrontò con grande coraggio e con grande pericolo di essere scoperti e deportati». Secondo la documentazione della Comunità ebraica, a Roma la Chiesa cattolica ha salvato 4.447 ebrei dalla persecuzione nazista. Almeno 100 conventi di suore, 45 case di religiosi, 10 parrocchie, hanno aperto le porte.

       L’attuale edificio di Santa Maria in Portico in Campitelli è stato ultimato nel 1667, in sostituzione di due precedenti distinte chiese. Nel primo vano degli spazi adiacenti all’interno, don Davide ci fa notare una porta e ci spiega che lì nel periodo della retata erano di base le forze di sicurezza con compiti di polizia civile e militare. Grazie al sotterraneo lavorio diplomatico di Papa Pio XII, la Santa Sede aveva difeso l’extraterritorialità dei luoghi di culto, ma quella presenza non si poteva evitare e nessuno poteva dare per scontato il rispetto del principio, in particolare da parte delle forze tedesche che, dopo l’armistizio dell’8 settembre, la fuga del re e del neo capo del governo Badoglio, dal 10 settembre 1943 avevano occupato Roma. Per questo, mentre alcune persone erano nascoste in uno spazio angusto - ove tuttora si accede attraverso una botola alla fine di una lunga e stretta scala - ad altre persone rifugiate si consegnavano vestiti da religiosi e si insegnava loro il Padre Nostro e l’Ave Maria: da recitare, in caso di incursioni, di fronte all’icona.

       Fare memoria aiuta a fissare nel cuore  «quei giorni segnati dalla ferocia e dal razzismo ma anche da gesti di profonda umanità che devono richiamare tutti alla capacità di fraternità insita nell’animo umano, ma negata troppo spesso in tanti modi». Per questo «anche oggi serve tanta preghiera».

       L’icona conserva il titolo di Romanae Portus Securitatis, ricevuto da Papa Alessandro VII dopo la scampata peste del 1656. In realtà la storia dell’icona ci riporta al VI secolo e al prodigio raccontato dal chierico Ludovico Marracci nelle sue Memorie di S. Maria in Portico nel XII secolo. Si legge che la nobile Galla, intenta a distribuire pane ai poveri, vede una luce splendida, ne parla a Papa Giovanni I che, accorso, riceve nello stesso luogo l’immagine di Maria da mani angeliche. Da quel momento la città è libera dalla peste che anche allora la affliggeva. Siamo nel 524, precisamente il 17 luglio, che resta nella memoria liturgica la festa di Santa Maria in Portico in Campitelli. E siamo nel cuore della città di Roma, nell’area tra il Campidoglio e l’Isola Tiberina, poi occupata dal portico di Santa Galla. Una zona portuale, sede della Statio Annonae dove si gestivano le scorte di grano. Oggi è Via Petroselli.

       Sono tutti tasselli che aiutano a comprendere il nome della chiesa e che - ribadisce don Davide -  ritornano nella consuetudine mai interrotta, in particolare il 17 luglio, della distribuzione di viveri ai poveri.

       L'immagine, inserita in un'edicola con arco a tutto sesto costituita da pilastri ionici, è alta 26 centimetri e larga quasi 21. Con molta probabilità è una riproduzione di una pittura o mosaico venerata nel portico di Galla, deteriorata con il passare del tempo o distrutta da qualche incendio. E’ evidente, infatti, la tradizione iconografica del VI secolo ma, per la gamma cromatica degli smalti e la naturalezza dell'esecuzione, gli studiosi ritengono che l’attuale immagine sia stata realizzata tra l'XI e il XIII secolo.

       In ogni caso, l’icona resta protagonista della storia di questa chiesa che parla in modo straordinario, nella sua architettura artistica e nelle sue pietre vive, di spirito di accoglienza. E resta al centro delle vicende, tramandate di generazione in generazione tra familiari o amici, degli ebrei salvati dalla follia nazista.

 

Pubblicato in 2024
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